Statement

If I had to pinpoint the essence of my artistic research with a single attribute, this would be untimely. The “untimely” declined in all its possibilities: from the research of outdated medium, to the interest for untimely places where forgotten historical episodes are hidden, until a questioning about visibility in itself that involves our system of perception.

From this last possibility comes my necessity to investigate the reality by resorting to redundancies, subsequent translations from one medium to another, mixing together both subjective and objective points of view.

If my artistic practice has its beginning in a critical use of traditional media, its ideal goal is to show the ability to use them within a wider narrative. The history of art itself becomes a place of quotation and reassembly, ocean of information not yet adequately interpreted and just so untimely.

Se dovessi circoscrivere l’essenza della mia ricerca ad un unico attributo questo sarebbe l’inattuale. L’inattuale declinato in tutte le sue possibilità: dalla ricerca dei medium inattuali, alla ricerca dei luoghi inattuali in cui si nascondono stratificazioni storiche dimenticate, fino all’inattualità in generale dei sistemi percettivi.

Da quest’ultima declinazione nasce la mia necessità di indagare la realtà ricorrendo a ridondanze, successive traduzioni da un medium all’altro, fino alle strategie di raddoppiamento e rispecchiamento spaziale.

Se la mia pratica ha il suo principio nella messa in scena critica dei medium tradizionali, la sua fine ideale è nel mostrare la possibilità di usare questi stessi medium all’interno di una narrazione più grande, la storia dell’arte stessa diviene un luogo di citazione e riassemblamento, oceano d’informazioni non ancora adeguatamente interpretate e perciò eternamente inattuali.